Capitano su questo blog sconosciuti di solito all’apice della disperazione e alla ricerca di malattie oscure e angosciose, di solito digitando tisi/tisico/sono tisico, ma anche alla ricerca di incubi inconfessabili di insetti, fantasmi e mostri notturni; altre volte però l’ossessione che coglie inaspettata i visitatori di questo blog è quella della massaia, delle pulizie, della casalinga impazzita. Ecco allora che a capitare qui sono visitatori anonimi che cercano: “come si chiama il panno che si mette in testa per portare bagnarole”, oppure “come si chiama la bagnarola dei panni”.
Io non lo so come si chiama la bagnarola dei panni, non so nemmeno cos’è. Qualcuno lo sa?
Le Avventure Semiserie di una Dottoranda Fiammiferaia 
Mah, sarà quel catino di zinco, plastica o Moplen® in cui fa il bucato chi non ha la lavatrice (ma chi non ce l’ha, nel nostro Occidente avanzato?) o quello in cui io, p.e., metto i panni umidi, reduci dalla centrifuga della mia Candy del 1996, per portarli sul metroquadro e mezzo del mio balconcino in affitto e lì sciorinarli al sole, quando si mostra.
(io comunque sono arrivato per la prima volta sul tuo blog digitando in Google la domanda: «i pesci singhiozzano?»).
😀 ma tu sei passato di qui digitando J.P. Donleavy, e pensando che questo fosse un sito molto colto, hai dovuto ricrederti molto presto!
Un ultimissimo aggiornamento, hanno digitato: “massaie focose” 😀
Eccomi!
Eccola!
😀
Annuncio: Massaie di tutto il mondo che cercate come si chiama la bagnarola dei panni, accorrete, eccola!
Però, per chiarirci, io quando ho scelto questo nome, non pensavo alla bacinella dei panni, pensavo alla macchina di paperino, a un macinino sgangherato per dire, come spiegai, molti anni fa, qui: https://bagnarole.wordpress.com/2009/06/10/bagnarole/
A lemon car, dicono in America.
Ma è morto ‘sto blog?