La pineta

La pineta non è poi così male il sabato mattina. I pini altissimi, l’erba alta, i sentierini sterrati, e, in fondo in fondo, i campi, incolti e vastissimi (chissà dove arrivano… strano, così in mezzo alla città), e poi ancora più in là le montagne (monti? colline?). E’ tutto in ombra, ci si corre bene. A parte le radici degli alberi che fanno dei bozzetti sul sentiero, che due tre volte quasi mi ammazzavo. Aspetti pittoreschi: un senzatetto con il suo specchietto che si fa la barba presso la fontana, un ragazzo che dorme a piedi nudi con la testa poggiata sul suo zainetto, dei ragazzi alti e magri col cappellino da baseball e le sportine piene di bottiglie di birra, dei vecchietti che ti guardano il sedere, un pino gigante sradicato e ammassato di traverso sul sentierino (ed io che salto come un’antilope per passare), un altro tronco di pino scolpito a forma di mostro nero rannicchiato con occhi rossi e fauci spalancate (ad ogni passaggio sussultavo). A due passi sfrecciano le macchine su una strada trafficatissima, ma io con le mie cuffiette tecnologiche non sento nulla.  Mi immagino di correre in una pineta in riva al mare, e il rumore delle macchine è il frangersi delle onde.

Oggi?

Oggi è sabato. Oggi c’è il sole. Oggi fa caldo. Oggi non lavoro. Oggi sono sola.
Oggi che faccio? Combatto contro l’ansiolina della solitudine.
Oggi passo lo straccio in cucina in camera e in bagno. Oggi debello la polvere di casa. Oggi leggo Amélie Nothomb in francese. Oggi leggo un nuovo capitolo dell’Ulisse. Oggi vado al mare. Oggi stiro (no! stirare no!). Oggi faccio il bucato. Oggi vado a correre. Oggi faccio yoga. Oggi ascolto la radio. Oggi non passo troppo tempo al computer. Oggi mi metto la crema idratante su tutto il corpo. Oggi mi depilo. Oggi vado al parco a leggere. Oggi preparo i compiti per l’esame di stato di terza media. Oggi mi organizzo per non stare sola anche domani. Oggi mi lavo i capelli. Oggi cucino. Oggi faccio la spesa. Oggi faccio una torta. Oggi sono bella. Oggi chiamo le amiche lontane. Oggi sono felice. Oggi sto bene. Oggi non mi sento sola.
ps: prego notare che tra le possibili attività ricreative di donna sola non è menzionato lo shopping compulsivo. Sono una ragazza atipica.

ho sonno

A volte di notte la mente culla poesie, accosta parole e suoni che risalgono la china tortuosa dei pensieri sfatti del dormiveglia. Io penso come sono belli questi suoni, come si accordano con il buio di questa notte, e con il sonno che striscia silenzioso, come spuma di mare che nella risacca mi avvolge tutta. Come sono belli, dovrei scriverli penso, domani, penso, li scrivo. Poi non ne rimane mai nulla, non una conchiglia, non una pietruzza, non un granello di sabbia. La spuma del mare se li è portati via. Non tornano, i pensieri belli, i pensieri del sonno. Restano a dondolare nella risacca del mare e il mattino dopo la corrente se li è portati via.  

Feng Shui

La laguna è uno stato d’animo del mare.
(Ranafatata)

lungo laguna, ce l'abbiamo solo noi

lungo laguna, ce l’abbiamo solo noi

Io al feng shui non ci ho mai creduto. Però ultimamente, da quando abito in questa casa, un po’ forse comincio a crederci. Perché per esempio, io in bagno non vorrei mai andarci. Non è che sia brutto – bello non è – però è come se ci fosse una corrente avversa. La doccia, se potessi, non la farei mai. Solo a pensare a quella vasca da bagno rosa, mi prende una stanchezza, preferisco lavarmi a pezzi. Invece, se penso a casa di mamma, io la doccia me la farei anche due tre volte al giorno, col bagno tutto celeste, e la vasca bianca. Poi, or ora, mi volto, e la scatoletta dei cotton fioc si è aperta rovesciando tutto il contenuto per terra. Ci deve essere una qualche forza oscura, un campo magnetico, la posizione degli oggetti è sbagliata. È il feng shui. A volte, poi, io non so in che camera mettermi. Vago per il corridoio in cerca di una stanza mia, per esempio in camera mia, e invece non la trovo. Tutte le stanze mi guardano con fare, non ostile, ma  non accogliente, sì, come se i mobili fossero nella posizione sbagliata. Ci sto pensando, a come potrei spostarli, per lo meno nella mia stanza, ma non lo so. Forse il letto più vicino alla finestra, e il divano contro il muro. Eppure è bellina questa stanza. Ma manca il feng shui, manca la corrente positiva, l’amicizia dei mobili.
Oggi a me mi manca il mio paese. Mi manca il lungo laguna, che è una cosa privilegiata che poche città hanno. La mia sì. È il posto dove vado a correre. A me mi manca lo specchio liscio e rosa della laguna di sera, con i gabbiani che ci si bagnano le zampe, e le barchette a motore che rientrano, e le tamerici ai lati, e il profumo di mare e di salsedine. Mi manca il ponte di legno e la barchetta stanca abbandonata sul prato lì vicino. Mi manca la mia bicicletta e i vestiti sudati dopo la corsa. Qui dove sto ora non c’è un posto bello dove andare a correre. C’è la pineta, ma – sarà anche lì una questione di feng shui – a me non mi va di andarci a correre.

Io non lo so, ma a me questo posto dove sto vivendo ora non mi piace proprio tanto.