Io: …L’ho appena detto!
Loro: ah sì.
Io: Eh
Loro: Professoressa! Io alla frase 3 dell’esercizio 4 p 172 ho scritto….
Loro: …
Loro: Ma dov’è andata? La professoressa se n’è andata! è fuggita!
…Io: …L’ho appena detto!
Loro: ah sì.
Io: Eh
Loro: Professoressa! Io alla frase 3 dell’esercizio 4 p 172 ho scritto….
Loro: …
Loro: Ma dov’è andata? La professoressa se n’è andata! è fuggita!
…il coinquilinaggio è l’arte del non dire.
Questa frase la scrivo qui primo perchè twitter non ce l’ho, secondo perchè facebook non posso scriverla su facebook perchè uno dei inquilini è anche un mio amico di facebook e potrebbe capire il sottile strascico di allusione che questa geniale frase or ora inventata da me si trascina dietro. Che poi, diciamoci la verità, il mio inquilino, non lo capirebbe lo strascico, e qui giù un altra raffica di allusioni, che ora non vi sto a speigare. Invece la fidanzata del mio inquilino che sicuramente sbircia nella bacheca del mio inquilino, e che anche lei è una coinquilina, lei sì che le capirebbe le allusioni.
A voglia se le capirebbe…
Comunque a casa siamo in quattro, non in tre.
Già che ci sono volevo anche dirvi di questa storia che vado a Venezia tutte le settimane, questa storia del viaggio in treno, cuirca cinque ore andata e cinque ritorno. Voi vi credete, ah il viaggio in treno, l’estetica del viaggio, la poetica del movimento come metafora della vita. Le colline toscane, lo sguardo perso fuori dal finestrino, il tepore assorto e melanconico di chi è immerso nei propri pensieri e ricordi i milli cieli, la musica nelle cuffiette, il ronzare attutito e monotono delle rotaie che piano ti addormenta, il senso vago di eccitazione e sonnolenza…la filosofia del viaggio, che bellezza, no?No. cioè, sì, la prima settimana, sì la seconda, ma di dieci anni fa!
Oggi per me prendere il treno è un’operazione meccanica e insulsa di schematico spostamento da un punto all’altro del mondo…..
Sarà poi vero;-)
L’unica cosa che posso dirvi dei miei viaggi in treno è che andare in bagno nei bagni dei treni eurostar ed essere femmina è una cosa molto molto difficile. Per centrare il buco, e non toccare nulla ma proprio nulla, e non essere scaraventata contro la porta o lo specchio è un’arte di equilibrismo e contorsionismo degna delle migliori scuole cistercensi.