In prima elementare e in prima media

In prima elementare:

– Ciao zia!

– Ciao tesorino mio! come vanno i tuoi primi giorni in prima elementare? racconta un po’ azzìa

– Bene, ti posso dire una cosa?

– Certo amore di’ azzìa tua

– oggi ho preso bravissimo e poi ho preso cinque stellette e poi quattro scudi

– che bravo! in che materia, in matematica, in italiano?

– Ehhh non lo so. Senti zia posso dirti un’ultimissima cosa?

– Certo dimmi.

– Sai che oggi un mio compagno di classe mi ha fatto male, mi ha dato una botta… e ho pianto.

– A scuola? ohhh mi spiace, e poi avete fatto pace?

– Senti zia, posso dirti un’ultimissima cosa?

– Dimmi amore

– Sai che oggi sono caduto dalla sedia e poi la maestra mi ha chiamato paperino e tutti si sono messi a ridere…

– ohhh, amore ma la maestra scherzava, l’ha detto per farti ridere anche a te, e tu ti sei offeso? ma no..

– Sì mi sono offeso ciao zia.

In prima media:

– Allora ragazzi, quello che ora ho scritto alla lavagna lo potete ricopiare sul quaderno, ok?

– Prof. posso fare anche un disegnino?

– Prof la scriviamo la data?

– la data la scriviamo in inglese o in italiano?

– come si scrive in inglese?

– si può usare la penna cancellabile?

– figo la penna cancellabile! Prof. può venire un attimo?

– Dimmi

– Posso andare in bagno?

– Prof. cosa c’è scritto là?

– Prof. cos’è quella una u o una a? sembra un fiore

– E’vero! un fiore, haha

– un fiore, haha

-haha

– Prof. posso buttare via la carta?

– prof. io ho finito

– prof. io devo ancora cominciare

– prof. ma tu sei inglese?

– …

-ragazzi, ora ascoltiamo una canzone così ci impariamo i saluti in inglese. E’ una canzone dei Beatles, si chiama Hello Goodbye.

– Prof. ma senti, ma sono vivi questi Beatles?

– Due sono vivi e due sono morti.

– ohhh, e come sono morti?

– uno è stato ammazzato e l’altro si è ammalato è morto.

– e perchè l’hanno ammazzato prof?

– e di che malattia è morto l’altro?

– sentite ragazzi possiamo ascoltare la canzone prima?

– prof!

– dimmi

– ma quanti anni aveva quando l’hanno ammazzato?

– con un coltello o con la pistola?

– Ma chi l’ha ammazzato?

– cosa, chi hanno ammazzato?

– Quello dei Beatles!

– prof. ma a te ti piacciono questi beatles?

– A lei le… Ragazzi basta, basta, basta domande. La prossima volta che ci vediamo vi parlo dei Beatles, ora ascoltiamo la canzone. Basta domande.

– Che bello prof!

– Prof. una cosa.

– dimmi.

– ma nella foto qual è quello che è morto?

My color preferit is grin

Cammino con la testa tra le nuvole. Ogni tanto prendo in pieno un palo. E’ vero. Guardo in alto. Le persone passano, mi osservano. Seguono la traiettoria del mio sguardo, si domandano. Cercano. Un uomo sul tetto, un ufo, un lampo. Un aereo, un aquilone, un barbagianni. Scuotono la testa, passano. Io cammino, guardo in alto. Guardo i tetti delle case. Gli attici dei condomini. Osservo i balconi, le antenne, le finestre. Gli abbaini, le inferriate, i vasi. Mi dimentico a volte che le città sono fatte di piani alti, che le case hanno un tetto, spesso un terrazzo. Poi, a un tratto, mi ricordo. La città che c’è lassù, al settimo piano. Faccio così quando devo cambiare casa. Quando devo scegliere un luogo, un quartiere. Guardo in su, i cornicioni delle case, gli angoli, i colori. Immagino che sia casa mia. Le piante, le tende, le finestre illuminate. Ora non devo scegliere nessun luogo e non devo cambiare casa. Ma ho ripreso a guardare in su. Guardando in su ogni tanto noto le insegne dei negozi. Ne hanno aperto uno nuovo sotto casa. Si chiama Amò. Con l’accento a forma di cuore. Verde e fucsia. Forse è per questo che immagino di cambiare quartiere.

Ieri sono andata a una festa di colleghi non miei in cui ora vi dirò tre parole e voi capirete subito di che festa si tratta: karaoke, vamos a la playa, balli di gruppo. Aggiungete varie tresche extraconiugali tra colleghi con marito o moglie al seguito e avrete un’idea del luogo in cui mi trovavo ieri. Appena entrata nel locale affittato (altro elemento inquietante) mi sono detta: o bevo o muoio. Ho scelto la prima opzione. I miei freni inibitori sono saltati come i tappi del prosecco che volavano qui e là. Con la scusa di: ‘ballo post-modernamente, non temere’, ho dato il meglio di me al suon di: “una man nella cabeza, un movimento sexi” (la i di sexi è volontaria, è post-moderna), però a un certo punto ‘post-modernamente’ non mi riusciva più di pronunciarlo, ma l’intento era lo stesso quando mi sono messa a cantare ‘la cura’ di Battiato. Il problema è che tutti quelli accanto a me non ballavano e non cantavano post-modernamente. Loro ci credevano veramente. Spero di non avere detto nulla di compromettente per nessuno, ma mi assicurano che sono stata sim-pa-ti-cis-si-ma. Mi hanno anche detto che assomiglio a Giorgia, il che mi ha fatto pensare che non fossi l’unica ubriaca, dal momento che Giorgia ha i capelli scuri, lisci e gli occhi castani e io no.

Non vi ho ancora parlato delle ventisei piccole carogne della nuova prima media. L’unità 1 del libro che ho adottato ha tre belle paroline da imparare: sleepy, bored, tired. Maledetti. “Prof. I’m tired. Prof I’m sleepy. Prof. I’m very very very bored. Prof I’m tired sleepy and bored”. La prima lezione è stata davvero gratificante. Mi danno del tu. Mentre parlo alzano la mano: Prof. tu da quanti anni insegni? prof. ma il quaderno a righe o a quadretti? prof. il titolo con la penna rossa? Prof. posso fare un disegno? Prof. ma si è messa la canottiera! Che caldo! (risposta della prof. trattenuta tra i denti: ‘sì, ragazzi mi sono messa la canottiera sennò la vicepreside va dalla preside e le dice di dirmi di coprirmi un po’ di più la prossima volta’.. e qui potete farvi una sommaria idea delle dinamiche patologiche in corso nella mia scuola).

 Ho fatto un test d’ingresso in cui ‘preferit, gennuary, cib’ sono all’ordine del giorno. Vivo in un mondo parallelo in cui 40su80 è sufficiente.

E’ la fase della procella

Finito il tempo della sveglia dopo le dieci, delle depilazioni compulsive, delle tintarelle lampo; finito il tempo delle vacanze all’estero, delle biblioteche europee e delle serate sul Reno; finito anche il tempo dei soggiorni parentali, della televisione tappabuchi e della birretta dopocena. Riapprodata in una giornata piovosa nella  città natia, casa mi ha accolto con un sorriso storto e sbilenco, quasi a volermi dire: ‘che ti aspettavi, così mi hai lasciato e così mi ritrovi’. Le finestre di legno marcito, i muri sgocciolanti (stanotte ho dormito al suon di plin plin), nuovi angoli nascosti che mai hanno visto la luce né sentito il tocco di una spugnetta. L’anima della massaia che alberga in me ha dato un spintone all’anima in bikini che ancora mi s-ciabatta dentro, e con un brusco ‘scansati’, ha preso la situazione in mano: armata di scopettone e Cif si è messa a svuotare e pulire le credenze della cucina. Nel frattempo, l’anima dagli occhialetti e lo sguardo affannato che dovrebbe studiare si sta tenendo nascosta dietro la solita colonna e fa la gnorri. Ancora qualche giorno, poi bisognerà stanarla dal suo nascondiglio e costringerla a produrre una relazione sullo stato di avanzamento della ricerca da consegnare entro metà settembre. E con tutte le me che vagano qui dentro, potete capire la confusione.

Fernando, il ferrocactus, si è rimpicciolito, raggrinzito e accartocciato su se stesso, è una pena guardarlo. Ho dato un’occhiata sull’internet, spiega che in estate doveva essere innaffiato abbondantemente ogni dieci giorni… è stato lasciato esposto al sole e al caldo torrido di luglio e agosto senza una goccia d’acqua. Ora lo stiamo accudendo con molte carezze e paroline dolci, e attendiamo miglioramenti.

Scuola è ricominciata stamattina. E’ una specie di teatrino che si ripete di anno in anno, sempre uguale a se stesso, con la sua parte piacevole e quella più ingrata. Essendo tutte donne, si alternano senza alcuna logica scoppi di risa, scoppi di pianto, grandi abbracci e grandi cattiverie. Ho una famiglia di sole donne, in classe alle superiori eravamo tutte femmine, all’università i maschi si contavano sulle dita della mano, ora anche il lavoro… uomini, me lo potete spiegare come (e dove) siete nel mondo?